La prima giornata di Cammino
di Eugenia Dallaglio
Il primo giorno di Compagni di Cammino inizia oggi con partenza da Bova. Scoccate le 8.30 di mattina nella piccola piazzetta in ciottolato davanti al municipio, ci riuniamo nel nostro consueto cerchio pre-cammino che, pian piano, si fa sempre più grande.Facce nuove, ma anche tanti camminatori che hanno conosciuto la Compagnia in questi anni e ne hanno condiviso alcuni cammini. Visi sorridenti e con la voglia di riprendere nuovamente a camminare con noi, scarponi e zaini colorati animano il piccolo paese illuminato da un sole caldo che risplende nel cielo azzurro.
Aspettiamo tutti prima di iniziare, chi puntuale e chi invece esce di fretta dal piccolo circolo Arci Bova, finendo velocemente una pasta croccante alla crema. In cerchio leggiamo alcune riflessioni sul camminare e, come sempre, la rituale frase, “Oggi è il 22 novembre 2017 e non ci sarà un altro 22 novembre 2017″ inaugura ufficialmente il nostro cammino, si parte!
La nostra guida Andrea Laurenzano con Angelo, Antonio e gli altri ragazzi della cooperativa San Leo per i prossimi giorni avranno il compito di insegnarci a camminare in punta di piedi in una terra tanto aspra, una regione figlia di greci e cresciuta insieme ad un popolo con tradizioni e modus vivendi che permangono dopo millenni, che aspetta solo di essere raccontata. Proseguiamo per una mulattiera che incrocia la strada e si fa nuovamente sentiero. Arriviamo al passo della Zita, uno dei primi punti panoramici che ci fanno assaggiare questa terra. L’Amendolea richiama la nostra attenzione, la fiumara più importante dell’Aspromonte, ci fa proseguire con lo sguardo verso la sua larga valle che si tuffa nel mar Jonio. Il riflesso del mare ci fa scorgere solo il contorno del maestoso Etna, che domina silenzioso su questa infinita terra . Si prosegue in larghe radure e tra chiacchiere e incontri con mandrie di vacche la pineta inizia ad avvolgerci. Da lontano si scorge (e si sente) un profumo di falò, sono loro, sono arrivati i rinforzi, il nostro pranzo è iniziato accompagnato da cornamusa e tamburello. Il cammino continua, seguendo la valle circondata da ulivi e bergamotti e il ritorno a Bova arriva presto.
I B&B e le case messe a disposizione per l’ospitalità diffusa ci aspettano per una doccia veloce, la giornata non è ancora finita, ci spetta la parte più importante! La cena è una sorpresa di piatti tipici calabresi, siamo in tanti ed è semplice far festa. Dopo una giornata di cammino non siamo ancora stanchi: parte la musica con chitarra, lira accompagnata dall’immancabile tamburello. I balli sono i protagonisti di questa bella serata e oramai i passi della tarantella calabrese iniziano a non essere così tanto sconosciuti. È solo la seconda sera che passiamo tutti insieme nell’accogliente e caldo ristorante della cooperativa San Leo, ma avvolti da una così bella atmosfera, è come essere a casa.
Grazie Bova!
di Marina Pissarello
Bova oggi ha accolto i Compagni di Cammino con una piazza già animata dagli abitanti pronti a recarsi al lavoro, in una bella giornata di sole, quasi primaverile.
Nelle aiuole, davanti al municipio, ci sono i corbezzoli, coi loro frutti maturi, a riassumere l’anima di questa terra di innumerevoli contaminazioni mediterranee.
Si forma il cerchio: siamo tanti. Volti nuovi e volti noti che si cercano per condividere ancora un’unica grande emozione, un momento di consapevolezza e poi la voglia e la gioia di tornare a camminare insieme, coinvolgendo e facendosi coinvolgere da una comunità ospitale e da un territorio selvaggio e affascinante.
Dall’altra sponda dello stretto l’Etna ci osserva quieto e dà spettacolo, anche senza pennacchi e colate, con la sua superba imponenza, i fianchi innevati e le tenui gradazioni di rosa e di azzurro delle prime ore del giorno.
Capita di sentirsi osservati, camminando per mulattiere e sentieri, e di scoprire su di sé gli sguardi curiosi di ieratiche capre dalle lunghe corna contorte.
Alle quote più basse la vegetazione è dominata dalla presenza, particolarissima, dei peri selvatici: piccoli alberi dall’aspetto rude, tormentato, quasi spinoso, perfettamente intonati all’asprezza che li circonda. Mentre il fondovalle è segnato dalla profonda spaccatura grigia della poderosa fiumara Amendolea.
Andrea ci guida alla scoperta dei segreti della sua terra, indicando fra le sue montagne un magico presepe di antichi paesi arroccati, in cerca di vie sostenibili per rifiorire e ripopolarsi.
Continuando a salire l’ambiente cambia, diventa rapidamente montano e ci si trova presto fra pini e castagni, quindi nella brumosa faggeta.
Qui ci aspetta la sorpresa di un pasto caldo e di un bel falò preparata dai ragazzi della Cooperativa San Leo e di Naturaliter, ma non solo.
Il nostro pranzo a base di pasta e ceci e formaggio locale è allietato anche dai suoni della zampogna di Danilo e del tamburello di Antonio che ci avvolgono in una atmosfera magica, fuori dal tempo.
Il ritorno in paese, annunciato dalla rocca del castello, con la sua grande croce chiara, ci regalerà un tramonto d’incanto e la serenità delle vie di un borgo di pietra di rara bellezza. Grazie Bova!
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